Intervista a Ovidio Guaita
Intervista a Ovidio Guaita
di Paolo Gerbaldo
(da Resorts Magazine n. 100, marzo 2023)
100 numeri. Un percorso non convenzionale dal digitale al cartaceo. Ma soprattutto un direttore più influencer che giornalista che ha viaggiato in 167 paesi e pubblicato oltre 30 volumi fotografici. Ma chi è Ovidio Guaita, The Photographer come lo chiamano all'estero? Paolo Gerbaldo glielo ha chiesto nell'unica intervista rilasciata.
Ovidio, com'è cambiato il mondo del lusso negli ultimi vent'anni?
Prima o dopo questa intervista a Ovidio Guaita? Nulla sarà più come prima, a parte la battuta facile questo è il mantra che ci ha accompagnato in questi ultimi decenni costellati di continue novità. A partire dal totale oblio delle famose tre C: Concorde, Champagne, Caviale. Questo era quando tutti si sognava di pasteggiare a caviale e Champagne. Poi c’erano i famigerati rubinetti placcati d’oro delle suite degli sceicchi tanto fotografati ma poco visti e le Rolls-Royce. Certo non è che questi simboli di opulenza oggi siano spariti. Ancora adesso se vai al Peninsula di Hong Kong hai la Rolls che ti aspetta all’aeroporto ma lo stesso tira un’aria tutta diversa. Appunto, nulla sarà più come prima, soprattutto dopo la pandemia.
Ovvero?
Partiamo dalla ristorazione, il caviale è ormai come il foi gras, insostenibile dal punto di vista della fonte, ovvero dell’animale. Sopprimere il pesce per estrarne le uova, o impedire all’animale di riposare per nutrirlo forzatamente e farlo crescere più velocemente sono pratiche non più accettabili. Come la benzina: tollerate ma a scadenza. Lo Champagne poi, le tanto amate bollicine reali, celebrate dagli zar che ne decretarono il primato qualitativo, oggi sono in tutti i supermercati. Capiamoci, è un ottimo spumante, ma non superiore ai migliori Franciacorta e a taluni Trento DOC.
Allora cos’è il lusso nel 2023? Potremmo sostituire le tre C con le tre S: Silenzio, Spazio, Servizio. Silenzio, perché non lo conosciamo più e quando, magari nel deserto lo scopriamo, diventa assordante. Spazio, perché le nostre case diventano sempre più tecnologiche ma anche sempre più piccole, soprattutto nei grandi centri. Servizio, perché non tolleriamo più tanta gente attorno e preferiamo pochi, efficienti, invisibili collaboratori. Il lusso oggi è ampio, silenzioso e invisibile.
Perché è nato RM?
La rivista è nata da un atto d’orgoglio. Dopo 15 anni di inviato per VilleGiardini e Grand Gourmet e di autore per Mondadori, il quasi contemporaneo cambio dei direttori ha inesorabilmente decretato il cambio dei collaboratori. E dai 4/5 mesi in viaggio all’anno mi sono trovato a bussare alle porte delle varie riviste per proporre servizi. È bastato qualche mese per capire che non funzionava, ci voleva un’idea nuova, qualcosa di radicalmente diverso. Nel 2005 il digitale c’era ma erano pdf, io ho portato le riviste a foglio in Italia. RM è stata la prima rivista sfogliabile online assieme a Latitudes, non so chi sia partito prima, ma in ogni caso si tratta di mesi se non di settimane. All’inizio era oggetto di curiosità ma poi i numeri hanno convinto, devo dire anche prima di quanto credessi. Ancora una volta nulla sarà come prima. E non lo fu, infatti oggi le riviste cartacee esistono solo se il business model prevede un modello di distribuzione diretto e una revenue non basata sulla pubblicità, ovvero l’esatto opposto di quando ero in Mondadori.
Perché leggere RM?
Non per sognare come qualcuno dice. 300 euro all’anno di abbonamento non è per sognatori, ma per esigenti e facoltosi viaggiatori. Noi diciamo sempre, se chiedi quanto costa non è per te. RM è ormai una delle pochissime pubblicazioni che manda i giornalisti in tutte le strutture recensite. Ovunque siano. E scusate non è poco, richiede investimenti ingenti che si traducono in un costo alto. Ma questa prassi assicura anche informazioni di prima mano preziose per chi ha risorse man non tempo e quando si ritaglia una settimana non vuole un banale 5* ma un hotel esclusivo, silenzioso, di design, con personale super efficiente, una cucina raffinata e salutare, una grande spa, un gym e possibilmente altre attività sportive. RM sceglie, visita e recensisce quelle proprietà che offrono tutto questo.
Dall'online della nascita alle edizioni cartacee e digitali attuali. Perché questa scelta?
Nel 2005 c’era curiosità per il digitale. Non ancora un vero mercato, ma curiosità sulle riviste digitali sfogliabili e noi abbiamo creato uno standard. Ancora non c’erano i software quindi abbiamo dovuto progettare in Flash un lettore che sfogliasse le pagine. Ma ne è valsa la pena. I lettori venivano ma non gli investimenti pubblicitari e non si poteva far pagare nulla online al tempo, il mercato non era maturo. Così nel 2010 siamo passati al cartaceo, proprio quando tante riviste tradizionali cominciavano a introdurre anche le edizioni sfogliabili. Contando su 100k lettori online da tutto il mondo (per un’edizione gratuita) abbiamo avviato una campagna per convertirli in abbonati al cartaceo. Ha funzionato soprattutto in Italia e UK e così ci siamo concentrarti su quei mercati. La pubblicità per noi è sempre solo stata un ancillary revenue.
In una clip puoi raccontarci questi cento numeri?
Stancanti ma anche incredibilmente gratificanti. Ho conosciuto gente meravigliosa, collaboratori talentuosi ed entusiasti di far parte della famiglia di Resorts. Scherzando (ma non troppo) dico spesso “resortiani” si nasce non si diventa. Resort è un approccio, serve dedizione, gusto, sensibilità. Una struttura bisogna “sentirla” a pelle per poterla valutare. La formazione dei collaboratori è continua, dobbiamo essere tutti sintonizzati per produrre valutazioni coerenti e comparabili. Insomma, è stato un bel viaggio, ma siamo ancora per strada.
Puoi definirci il viaggio di lusso?
Immagino per viaggio tu intenda un itinerario finalizzato alla visita di luoghi più che una esperienza di soggiorno. Viaggio per me è vedere dopo aver guardato. Interagire con i locali, provare cucina, abitudini e tradizioni. Ma anche senza masochismi inutili, orari punitivi, senza maratone insensate. Viaggiare scomodi non fa grandi viaggiatori. Lo dico sempre anche ai membri del Club Grandi Viaggiatori della Travel Academy, che come ricordavi ho fondato un paio di anni fa. Lì abbiamo personaggi davvero avventurosi, che viaggiano in modo spartano e anche con budget contenuti. Ma appunto, non sei viaggiatore perché stai scomodo ma perché capisci, ti confronti, rispetti. Questi sono concetti universali e che valgono ancor più per i viaggi di lusso. La disponibilità economica non dà diritto ad essere arroganti. Né a casa né in viaggio. Poi se fai un itinerario in elefante nella savana e durante una sosta trovi un banchetto con tovaglia di lino, spumante ghiacciato e personale pronto a servirti con i guanti bianchi benissimo. Non è che non sei un grande viaggiatore per quello, basta che tu sappia dove sei, che cosa stai vedendo e che tu porti rispetto a chi ti permette quei lussi.
Bagaglio a mano o in stiva?
Per ben due volte ho fatto il giro del mondo rimanendo in viaggio altre 60 giorni con bagaglio a mano. Fa risparmiare tantissimo tempo negli aeroporti, ma anche negli alberghi nel disfare e rifare la valigia. Ma diciamo chiaramente, si può fare solo se non ci sono cambi di climi, se servono scarponi giacche e maglioni non si può più fare.
Cosa deve offrire un resort per essere da RM?
Non lusso ma esclusività. Non opulenza ma minimalismo. Non attenzioni ma efficienza. In estrema sintesi non forma ma sostanza. Stelle, affiliazioni, catene sono indicatori ma poi ogni struttura è diversa. Anche i mitici Four Seasons non sono tutti uguali.
Ci saranno novità per i prossimi numeri?
RM è in divenire, un’idea che si evolve e che spesso anticipa le aspettative dei lettori. Stiamo vivendo un’iperbole. Negli anni Novanta per passare dai testi su dischetto inviato con corriere ai testi via modem ci sono voluti anni, ora siamo già all’AI con ChatGPT che li scrive per noi. L’iperbole sale ormai verso l’infinito. Ogni previsione potrebbe essere smentita domani. Noi però siamo dalla parte dell’uomo e continueremo a dare consigli (verificati) per ottenere il meglio da un soggiorno. Questo è il nostro lavoro e il tasso di ritenzione degli abbonamenti ci conferma che siamo sulla strada giusta.
Superato il traguardo dei cento numeri, Resorts Magazine (con o senza l'intervista a Ovidio Guaita) continuerà ad essere per i suoi lettori una bussola fondamentale con la quale orientarsi nel panorama internazionale dell'ospitalità di altissimo livello.
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